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“Tribunale per la famiglia”? Ecco l’emendamento alla riforma della Giustizia

Published on 15 settembre 2021


Istituire un Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, cioè un Tribunale ad hoc al quale affidare le competenze civili, penali e di sorveglianza ora attribuite al Tribunale per i Minorenni, nonché tutte le materie riguardanti famiglia, separazioni o divorzio. E’ questo uno degli emendamenti al ddl di riforma del processo civile proposto dalle relatrici Fiammetta Modena (Fi), Anna Rossomando (Pd) e Julia Unterberger (Svp) al termine di un incontro avvenuto al Ministero della Giustizia e avente ad oggetto le diverse proposte emendative alla riforma. 

La senatrice Fiammetta Modena ha parlato espressamente di un “Tribunale per la famiglia”, che si innesta nella più ampia riforma della Giustizia volta a rendere il processo civile più celere e meno gravoso. 

Struttura e competenze del nuovo Giudice 

Il Tribunale sarebbe suddiviso in sezioni distrettuali, presso ciascuna Corte d’appello (o sezione di Corte d’appello), e sezioni circondariali, presso ogni Tribunale ordinario. 

Nello specifico, alle prime spetterebbero le competenze civili, penali e di sorveglianza oggi esercitate dal Tribunale dei minori, mentre le sezioni circondariali svolgerebbero funzioni in ambito civile in materia di stato e capacità delle persone. Restano escluse le cause su cittadinanza, famiglia, unione civile, convivenze, minori e tutti i procedimenti di cui si occupa il giudice tutelare, nonché i procedimenti sul risarcimento del danno endo-familiare. 

L’emendamento prevede anche una nuova composizione del nuovo Giudice e la possibilità di impugnare le decisioni delle sezioni anzidette: quelle delle sezioni distrettuali dinanzi alle circondariali e quelle di queste ultime dinanzi alla Corte di Cassazione.  

Fino al 31 dicembre 2024 vi sarà una fase transitoria, entro la quale, laddove l’emendamento venisse approvato in via definitiva dal Senato, trasferire tutte le competenze anzidette al nuovo Tribunale.   

Rito unico e tutela rafforzata dei minori 

L’obiettivo, in linea con le intenzioni della Ministra Marta Cartabia, è quello di creare un rito unico in materia di persone, minorenni e famiglia, che preveda ampi poteri ufficiosi per il Giudice in materia di diritti indisponibili e garantisca una maggiore rapidità dell’iter procedurale.  

E’ emersa, inoltre, la necessità di rafforzare la tutela dei minori che vivono in contesti di violenza. E’ stato, infatti, introdotto un subemendamento che introduce l’obbligo, a carico dei soggetti istituzionali che entrano in contatto con i minori, di affidare il bambino tenendo conto delle violenze, anche assistite, subite e rientranti nel campo di applicazione della Convenzione di Istanbul. Ossia violenze “allegate, denunciate, segnalate o riferite”, che consentirebbero ai giudici di deliberare rapidamente in virtù dell’obbligo di protezione del minore da qualsiasi forma di violenza. Nella stessa ottica è stato proposto che il giudice civile o minorile si occupi di accertare, “senza formalità” la reale esistenza di episodi di violenza. 

Lo scopo è quello di abbattere del 40% i tempi di definizione dei processi entro i prossimi cinque anni e di incentivare l’uso di strumenti di risoluzione alternativa delle controversie. Un obiettivo certamente ambizioso, la cui riuscita, però, permetterà di ottenere i fondi previsti dal Pnrr. 

“Tribunale per la famiglia”? Ecco l’emendamento alla riforma della Giustiziaultima modifica: 2021-09-15T01:43:44+02:00da studiocassella
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Posted in: Diritto dei minori, Diritto di famiglia
Tagged:
diritto, famiglia, giustizia, minori, tribunale

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