Studio Legale Cassella

Cassazione: senza scuse il genitore che si trincera dietro il figlio per perseguitare l’ex


Chi perseguita l’ex non può giustificarsi strumentalizzando i propri diritti genitoriali: questo, in estrema sintesi, il principio sancito il 31 marzo scorso dalla dalla Cassazione Penale con la sentenza n. 10904/2020 emessa nel caso di una persona condannata per il reato di atti persecutori (art. 612 bis c.p.) in danno dell’ex convivente.

Nella vicenda concreta, era accaduto che un uomo fosse stato imputato di tale reato per determinate condotte contro la ex, come “incursioni in casa, danneggiamenti dell’autovettura, innumerevoli chiamate telefoniche a qualsiasi orario, minacce di morte, atti vandalici, pedinamenti”.

Orbene, per giustificare il proprio comportamento, l’uomo aveva tentato di richiamare l’esercizio del diritto genitoriale nei confronti del figlio avuto dalla propria ex convivente ed aveva altresì richiesto l’applicazione delle attenuanti.

Tuttavia, secondo il Giudice di legittimità, non si può richiamare l’esercizio del diritto genitoriale per scriminare la portata delle condotte vessatorie che non presentino alcun nesso con la propria condizione di genitore.
A dire del Supremo Consesso, infatti, tali argomenti “non hanno rilevanza alcuna (…)” atteso che “le condotte vessatorie” sono state “dirette esclusivamente nei confronti della ex convivente e madre del bambino senza alcun nesso con la condizione di genitore dell’imputato e della parte offesa”.

Inoltre, “del tutto eccentrica”– ha tuonato la Corte – “appare la richiesta di concessione delle attuanti di cui all’articolo 62 nn. 1, 2 e 5 c.p.”.

In definitiva, dalla Cassazione un chiaro monito ad evitare indebite strumentalizzazioni del proprio ruolo genitoriale al fine di giustificare o attenuare la portata di gravi delitti.

Cassazione: senza scuse il genitore che si trincera dietro il figlio per perseguitare l’exultima modifica: 2020-04-28T20:33:11+02:00da
Reposta per primo quest’articolo